Petrol 1998 + 2013
48esima Biennale di Venezia 1998 ­ – Tenuta di Serore (Lucca) 2013

Il punto è ancor più visibile in Petrol: Bitume ossidato, fagiano, patate, verza, un progetto nato nel 1998 per la 48esima Biennale di Venezia in occasione dell’invito allo spazio Oreste, Cantiere per l’arte e la cultura contemporanea e arrivato alla performance privata per ospiti internazionali che si è svolta alla tenuta Serore nelle colline lucchesi, un vecchio borgo acquistato e ristrutturato da Salvetti e la moglie, come rifugio e pensatoio tra i boschi.

Petrol prevede la cottura degli ingredienti col calore del bitume incandescente in cui vengono tuffati. Quando il bitume solidifica, i cibi vengono liberati con un martello dal blocco durissimo che li imprigiona. Il loro sapore è contaminato dalla sostanza in cui sono stati cotti, ma sono commestibili e, dopo una prima perplessità per il forte odore di idrocarburi, piacevolmente sgradevoli (intendendo con questo ossimoro quelle sensazioni in cui il confine tra il piacere e il suo contrario è labile, come per esempio il solletico, piacevole dolore per chi lo soffre). Perché questa idea? “Ho immaginato una civiltà del futuro – spiega Salvetti – che ha distrutto il patrimonio del bello e del buono, a seguito di uno sviluppo industriale basato sul consumo energetico, in un’ottica cieca che mira al profitto prima del progresso, in uno scenario distorto e fumoso che ha bruciato tutte le risorse possibili compresa l’acqua. Proprio in uno strato profondo della cultura e della natura, dove i ricordi galleggiano e gli idrocarburi divengono pesanti ho provato il limite fisico tra il buono e il cattivo”.

Da Cook_inc. 07 Testo di Eleonora Cozzella

Foto di Lido Vannucchi